Il Morbo di Paget e possibile impiego dell’omeopatia

In alto: osso sano; in basso: osso colpito dalla malattia di Paget

In alto: osso sano; in basso: osso colpito dalla malattia di Paget

Il morbo di Paget fa parte delle osteodisplasie inclusa la displasia fibrosa poliostotica di Albright-McCune e Sternberg, la displasia fibrosa di Jaffé-Liechtenstein e i difetti della osteogenesi encondrale. Il morbo, o malattia, di Paget è considerata una osteodistrofia condensante. La sua eziologia è ancora sconosciuta, anche se il riscontro di simil-cristallini negli osteoclasti, analoghi a quelli riscontrati in alcune malattie da virus lenti, ne ha fatto sospettare una origine di natura virale (forse il virus del morbillo – Paramyxovirus). Anche la componente ereditaria è presa in considerazione, in funzione del fatto che più componenti di una famiglia ne possono essere colpiti. Non per ultimo si è riscontrata una correlazione fra questa patologia e la mutazione a livello del cromosoma 5 (gene del sequestosoma SQSTM1.

Il morbo di Paget è caratterizzato da un vivace rimaneggiamento del tessuto osseo che viene rapidamente decostruito dagli osteoclasti e rapidamente ricostruito dagli osteoblasti, inoltre è caratteristico l’elevato numero di nuclei in molti osteoclasti, si ha un veloce rinnovamento del tessuto scheletrico, contraddistinto dal tipico aspetto istologico del ‘mosaico pagetico’, formato da numerose piccole tessere, risultato della estrema e rapida attività di ricostruzione e decostruzione; in ultimo l’osso neoformato non sempre conserva la sua struttura lamellare, ma spesso assume i caratteri dell’osso primario a fibre intrecciate. La malattia solitamente inizia con una zona di rarefazione osteoclastica nelle ossa colpite che poi si estende con un definito avanzamento a V rovesciata, ben visibile nei referti radiologici; a monte del fronte di avanzamento si manifestano veloci processi di neodeposizione ossea.

paget skullLe ossa colpite aumentano di volume e risultano profondamente deformate il cranio, la tibia, il bacino e le vertebre. Il ‘cranio pagetico’ aumenta progressivamente di dimensioni, la compromissione dell’osso temporale può provocare ipoacusia; l’aspetto radiologico è caratterizzato da alternanza di aree dense ed aree trasparenti. La tibia assume l’aspetto ‘a sciabola’ con caratteristico aumento della temperatura della cute sovrastante, indice di ipervascolarizzazione del tessuto osseo sottostante. Sempre a livello radiologico troviamo un aumento indiscriminato delle dimensioni dell’emibacino colpito, come anche le vertebre (vertebre d’avorio) intensamente radio-opache e sporgenti in paragone alle vertebre normali.

pagets_disease-2062L’esame radiologico, quindi, evidenzia uno spiccato aumento del volume osseo ed una opacità dei segmenti colpiti, inoltre un disegno grossolano dell’osso a contorni sfumati ed imprecisi della loro tessitura. Solitamente il dolore nei segmenti ossei è sordo (salvo che non sia compromessa l’articolazione coxofemorale); le fratture sono rare.

I dati biochimici più significativi sono l’aumento della fosfatasi alcalina del siero, in proporzione al numero ed all’attività degli osteoblasti, la forte escrezione urinaria di idrossiprolina, in proporzione al numero ed all’attività degli osteoclasti. L’ipervascolarizzazione delle ossa pagetiche può, in modo eccezionale, condizionare uno scompenso cardiaco ad alta portata.

Il trattamento di questa patologia, in allopatia, ha come obiettivo principale diminuire il dolore di natura ossea e prevenire la progressione della malattia. I principali farmaci utilizzati sono i bifosfonati, potenti inibitori del riassorbimento osseo, e la calcitonina, ormone composto da 32 aminoacidi.

Premesso che non vi sia un trattamento definitivo per questa patologia, anche in omeopatia possiamo aiutare il paziente a migliorare il suo stile di vita. Indubbiamente l’azione di alcuni rimedi omeopatici che intervengano a tollerare meglio il dolore permetterà di diminuire gli effetti collaterali degli antidolorifici.

In ambito omeopatico possiamo prendere in considerazione un rimedio veramente interessante: Calcarea Fluorica. Questo sale si trova in modo costante nell’organismo, ed è questa la ragione per cui il dr. Schussler lo ha inserito fra i suoi 12 rimedi biochimici. In omeopatia fu sperimentato dal dr. Bell nel 1874 e poi successivamente Schussler  lo ha utilizzato clinicamente su vasta scala. Questo rimedio si è rivelato molto interessante ed utile in tutti i tipi di indurimento. Quindi che si tratti di una esostosi, un inspessimento dell’osso, una escrescenza indurita, l’indurimento di un tessuto molle, o la perdita di elasticità di un tessuto normalmente contrattile come la pelle, una parete di un vaso o una mucosa, Calcarea Fluorica si è rivelato un rimedio di primo piano ed a cui pensare subito in queste condizioni. Molte Materie Mediche Omeopatiche, fra cui quella del dr. Hodiamont, parlano dei benefici del rimedio sugli indurimenti e gli ispessimenti di alcune zone ossee come ad esempio il cranio dei neonati, le esostosi parietali, frontali e nasali, le esostosi sulle mascelle o sul bordo di una costola, piccoli tumori ossei benigni che si possono riscontrare su qualsiasi parte del corpo. Calcarea Fluorica sarà allora utile per i noduli tendinei e per le infiltrazioni ossee del periostio. La comparsa di un corpuscolo risiforme nelle cartilagini  e nelle articolazioni (tofi articolari) che si distacca e viaggia nelle articolazioni e blocca alcuni movimenti quando si ferma nelle pieghe delle cartilagini e nelle sinovie: questo tipo di produzione appartiene proprio a Calcarea Fluorica. A tutto questo è necessario aggiungervi il reumatismo articolare, quando ci si troverà di fronte al principio dell’indurimento, provocando la deformità. Calcarea Fluorica potrà dunque applicarsi al reumatismo deformante, in cui le cartilagini ed i tessuti intra articolati si induriscono, presentando delle esostosi, sfociando in una anchilosi più o meno marcata; la spondilosi, l’osteoartrite deformante dell’anca, la nodosità artritica possono dunque essere trattate con questo rimedio. Calcarea Fluorica ha un aggravamento durante il riposo, all’inizio del movimento, con il cambiamento del tempo e con il tempo umido; ha un miglioramento con il calore. Per comprendere la componente psichica dobbiamo ricordare che questo rimedio è, come tutte le ‘Calcaree’, innanzi tutto un demineralizzato ed un emorragico, in secondo luogo un epatico ed un reumatico; avremo una componente di debolezza psichica ed instabilità. E’ un soggetto ansioso ed indeciso. Marcata la sua debolezza nervosa, con sonno leggero e sogni ansiosi.