Alcune considerazioni sugli Oligoelementi e sulle Diatesi

Menetier1Gli oligoelementi sono delle sostanze semplici, metalli o metalloidi, che di norma si trovano in quantità minima in tutti gli organismi viventi. Si è stabilito che tutti gli elementi presenti nella materia vivente in concentrazione uguale o inferiore  allo 0,01% debbano essere inclusi nella categoria degli oligoelementi, indipendentemente dal loro ruolo nel metabolismo. Possiamo considerare gli oligoelementi come dei biocatalizzatori, cioè sostanze che aumentano la velocità di reazione biochimica, inclusa una funzione selettiva, accelerando solo le reazioni favorevoli all’integrità dei tessuti organici. Questo concetto lo possiamo comprendere esaminando il ferro il quale è un catalizzatore di alcuni enzimi essenziali per la respirazione (citocromi, perossidasi, catalasi), mentre lo zinco attiva l’insulina, il manganese è il catalizzatore di altri enzimi quali le decarbossilasi, l’idrolasi o le transferasi, inoltre il selenio, presente nelle glutation-perossidasi, ha un’azione protettiva sulle membrane cellulari. Ricordiamo inoltre che l’azione catalitica non è sempre proporzionale alle quantità dell’oligoelemento presente, infatti una minima quantità può mantenere tutto il suo valore catalitico per ragioni chimico-fisiche.

gabriel_bertrandGabriel Bertrand (1867-1962) nel 1900 entrò a far parte dell’Istituto Pasteur ed i suoi lavori e studi ebbero un impatto immediato nel campo medico, ma richiesero più tempo per essere presi in considerazione operativamente in ambito agricolo e zoologico. Fu grazie al suo genio che si capì il ruolo enzimatico fondamentale degli oligoelementi; nel 1897 scoprì il ruolo del Manganese su reazione enzimatica. Fu inoltre grazie ai suoi lavori e le sue ricerche scientifiche che si comprese il ruolo catalitico indispensabile alla vita da parte degli oligoelementi. In contemporanea Maurice Javillier (1875-1955) lavorò sul fosforo e sul magnesio. Oltre a ciò, ebbe un ruolo importante nella realizzazione di una maschera anti gas applicata nella I° guerra Maurice Javilliermondiale. Se questi ricercatori apportarono una notevole mole di studi, l’applicazione pratica con gli oligoelementi la dobbiamo nel 1932 Jaques Menetrier (1908-1986), il quale ebbe la lungimiranza di ipotizzare l’uso della capacità terapeutica degli oligoelementi, affermando che prima che la malattia provocasse gravi lesioni ed intaccasse l’integrità dell’organismo, diminuendone le capacità di difesa,  si potessero trattare determinate sindromi presenti in ogni essere umano, sindromi tra l’altro reversibili. Nel caso questo trattamento non avvenisse, le lesioni organiche diverrebbero irreversibili. Questo stadio di reversibilità fu definito da Menetrier con il nome di Diatesi. La parola diatesi (dal greco diathesis, disposizione) è corrispondente a predisposizione costituzionale di un insieme di caratteristiche cliniche e biologiche, con un ben definito comportamento fisico e psicologico.

I disordini fisiologici dipendono da una predisposizione individuale e da fattori ambientali. Ricordiamo che tutti gli organismi viventi sviluppano meccanismi sempre più complessi per garantire la sopravvivenza dell’individuo. Negli animali superiori il concetto di emozione è normalmente associato a questi meccanismi ed alle strutture anatomiche e funzionali che li rendono possibili ed efficaci. Queste strutture, che si identificano nei mammiferi con il sistema limbico ipotalamico, organizzano sia il comportamento che la fisiologia dell’organismo per un adattamento ottimale alle modificazioni delle condizioni esterne, potenziando parallelamente l’adattamento allo sviluppo delle strutture corticali. Le emozioni quindi possono essere considerate come un meccanismo adattativo fondamentale per la sopravvivenza e la riproduzione degli esseri viventi. Nell’essere umano risulta tutto più complicato in funzione della presenza di un apparato concettuale e cognitivo, legato allo sviluppo corticale il quale produce due fenomeni caratteristici: la possibilità di una reazione emozionale da parte di stimolazioni psicologiche e la possibilità di descrivere e comunicare con il linguaggio i propri vissuti emozionali. Oltre a ciò, nell’uomo insorge la condizione legata alla frequenza con la quale una stimolazione emozionale può essere mantenuta attiva per lunghi periodi di tempo, senza raggiungere l’abitudine, inoltre, la presenza di minacce di tipo simbolico e la complessità dei rapporti sociali rendono spesso impossibile una riduzione immediata dell’attivazione emozionale, lo stimolo quindi può durare nel tempo. Le maggiori possibilità di adattamento e di sopravvivenza della razza umana sembrano accompagnarsi ad una maggiore esposizione a situazioni stressanti di tipo cronico e di conseguenza ad una maggiore possibilità a sviluppare malattie su base emozionale. Dopo aver esaminato la malattia funzionale, si pone la scelta dell’inquadramento e trattamento con una terapia che non sia standardizzata ma adatta al singolo individuo. Esistono allora, in questo contesto, quattro modalità di risposta che corrispondono a sindromi o Diatesi, ecco perché le diatesi sono quattro e sono composte da un insieme di segni, rilevando ognuna una modalità particolare di risposta ad uno stimolo. Una delle caratteristiche fondamentali della vita biologica è il continuo scambio di materia, energia ed informazioni che permettono a qualunque struttura vivente di conservare la sua organizzazione e le sue funzioni nonostante le modificazioni dell’ambiente esterno. Nel momento in cui vi è una modificazione dell’ambiente, vi è una risposta della struttura vivente che tende a fargli ritrovare il suo stato di equilibrio. La sopravvivenza di una cellula o di un organismo è data dagli scambi incessanti, ritmati e più o meno intensi intorno ad uno stato di equilibrio. Secondo Menetrier gli oligoelementi, sotto forma di sali a dosi ben precise, agirebbero come catalizzatori accelerando e stimolando i processi enzimatici. Secondo questo postulato, si può ritenere che una vasta patologia, in particolare a carattere funzionale, possa essere determinata da rallentamenti o blocchi enzimatici. Gli oligoelementi intervengono direttamente stimolando l’autodifesa ripristinandone i meccanismi alterati, quindi una Diatesi è essenzialmente uno stadio reversibile pre-lesionale caratterizzato da vari sintomi di ordine funzionale. Lo studio di una diatesi si basa su tre punti fondamentali: sintomi funzionali, il comportamento generale (fisico, psicologico ed intellettuale) e l’evoluzione patologica.

La classificazione di una Diatesi può servirsi anche di esami clinici classici che possono completare ed integrare lo studio della medesima. Ad ogni diatesi corrisponde uno e talvolta anche più oligoelementi in associazione, utili al suo trattamento; gli oligoelementi aggiuntivi (non diatesici) saranno utilizzati per un’azione specifica in aggiunta agli oligoelementi corrispondenti alla diatesi.

Le diatesi sono le seguenti:

  1. Diatesi Allergica Artritica;
  2. Diatesi Ipostenica Infettiva;
  3. Diatesi Distonica;
  4. Diatesi Anergica.

Alla nascita tutti gli esseri umani appartengono, per impronta genetica, alla Diatesi 1 o alla Diatesi 2. Le rimanenti due (la 3 e la 4) rappresentano sempre una fase involutiva delle prime due. Ricordiamo però che raramente un individuo presenta i sintomi di una sola diatesi; quasi sempre si riscontrano alcuni sintomi di un’altra diatesi, anche se un’attenta analisi evidenzierà la diatesi giusta. Il disequilibrio, o peggioramento, della Diatesi 1 e 2 porta, se non trattato, verso quadri patologici di aggravamento, quindi Diatesi 3 o distonica e Diatesi 4 o anergica. Grazie però al trattamento con corretti oligoelementi si potrà assistere ad una evoluzione migliorativa, riconducendo il paziente verso la propria diatesi definita di nascita.