La Spondilite Anchilosante: possibile utilizzo dell’omeopatia

Spondilite anchilosante001La Spondilite Anchilosante (Malattia di Marie-Strumpell) è una malattia reumatica sistemica, caratterizzata dall’infiammazione del rachide e delle grosse articolazioni periferiche. Questa patologia è classificata con la sindrome di Reiter (venerea e dissenterica), con la psoriasi, con le artriti reattive, con la rettocolite ulcerosa e con il morbo di Crohn, con le quali costituisce il gruppo delle spondiloartropatie sieronegative, in pratica negative al fattore reumatoide. Questa patologia è maggiormente riscontrabile nei soggetti maschili, tre volte maggiore rispetto a quelli femminili; l’età di insorgenza è compresa fra i 20 ed i 40 anni. I fattori ambientali possono svolgere un ruolo significativo, anche se la componente genetica è la principale causa, infatti si ha un riscontro di circa 10-20 volte più frequente in parenti con discendenza di primo grado. Si ha inoltre un’aumentata prevalenza dell’Ag tissutale HLA-B27 nella popolazione bianca e dell’Ag HLA-B7 nella popolazione nera.

Il sintomo che primariamente si manifesta è la lombalgia. In qualunque caso questa patologia si può presentare in modo atipico con un interessamento delle articolazioni periferiche, in modo particolare nei bambini e nei soggetti femminili; è raro che esordisca con una irite acuta (patologia infiammatoria che interessa l’iride ed il corpo ciliare, si manifesta con intolleranza alla luce, dolore con bruciore agli occhi, arrossamento della sclera, lacrimazione, abbassamento della vista, intorbidimento del vitreo, diminuzione del diametro della pupilla e produzione di essudato). Troviamo un altro sintomo iniziale a questa patologia: diminuzione dell’espansione toracica, come conseguenza dell’interessamento  delle strutture costovertebrali. Altro sintomo possibili ipertermie, astenia, anoressia, perdita di peso ed anemia.

In questa patologia è ricorrente la lombalgia, con episodi ricorrenti, spesso durante la notte e di varia intensità. Troviamo anche rigidità mattutina che diminuisce con il movimento, caratteristica questa tipica di Rhus Toxicodendron, della famiglia delle Anacardiacee. Rhus T. agisce elettivamente sulla cute, su quasi tutte le mucose, il tessuto fibromuscolare, il sistema nervoso cerebrospinale. Nella tipologia di questo rimedio, troviamo soggetti reumatici, molto sensibili al freddo umido, al contatto bagnato, inclini alle distursioni, ai dolori muscolari, irrigidimento ed indolenzimento con l’immobilità. Il malato Rhus T. è quindi aggravato dall’immobilità ed all’inizio del movimento, migliora con il movimento continuo, con il massaggio, con il caldo; le sensazioni sono di indolenzimento, di lussazione, di rigidità, di raschiamento delle ossa, di acqua fredda versata sul corpo. Questo rimedio deve quindi essere preso in seria considerazione qualora si voglia aiutare un paziente affetto da spondilite anchilosante, ricordando che Rhus T. è prima di tutto un grande antireumatico con una azione più acuta che cronica.

sacroileiteRitornando allo studio dei sintomi e dei segni della spondilite anchilosante, si tenga presente che in questa patologia le articolazioni sacro-iliache sono di solito le prime ad essere coinvolte, bilateralmente, e con manifestazione nei primi sei mesi dall’insorgenza della malattia. I segni neurologici possono occasionalmente essere in rapporto a manifestazioni di radicolite o sciatalgia da compressione, con presenza di fratture o sublussazioni vertebrali ed alla sindrome della cauda equina (con manifestazioni di impotenza, incontinenza urinaria notturna, diminuzione dello stimolo della minzione e della defecazione ed assenza di riflessi achillei). A tal riguardo è interessante esaminare un altro rimedio adatto al trattamento di questa patologia: il Rhododendron. Attraverso la sperimentazione omeopatica e lo studio clinico di questo rimedio si è riscontrata la sua azione elettiva sull’apparato locomotore, sui nervi sensitivi e gli organi sessuali maschili. Sull’apparato locomotore si manifestano infiammazioni reumatiche dei muscoli, del tessuto fibroso, del periostio e delle piccole articolazioni. Siamo di fronte ad un malato reumatico, uricemico, molto sensibile ai cambiamenti metereologici, alle variazioni elettriche dell’atmosfera, teme il temporale. E’ aggravato dal tempo ventoso, con il tempo freddo ed umido, prima di un temporale, in primavera ed in autunno, rimanendo immobile; il miglioramento lo ritrova dopo che il temporale abbia avuto inizio, con il movimento e con il caldo asciutto. Il reumatismo può passare da una articolazione all’altra, per poi ritornare alla prima. I dolori sono avvertiti nel periostio, sono laceranti, la sensazione è quella di una forte contusione. Le urine sono abbondanti durante il dolore, per diminuire quando diminuisce la sofferenza. Dolori ossei alle tibie e agli avambracci; dolore alla spalla sulla quale si è coricati. Dolori folgoranti ai polsi, sensazione di intorpidimento alle gambe ed ai piedi. Mani molto calde anche con il tempo freddo.

Un altro rimedio omeopatico interessante da considerare per questa patologia è Ruta Graveolens, della famiglia delle Rutacee. Agisce primariamente sul sistema nervoso, sull’apparato locomotore, il tubo digerente, l’apparato genitale femminile, le ossa e la cute. Sull’apparato locomotore, Ruta corrisponde ai dolori reumatici che colpiscono il tessuto fibroso, il tendineo, le aponeurosi. Il paziente avverte una sensazione di contusione alla colonna vertebrale, ai polsi ed alle caviglie, sensazione di freddo che si dirige dalla colonna vertebrale verso il basso. Dolore in fondo alla schiena che migliora stando coricato supino. Aggravamento con il freddo umido, il riposo. Miglioramento cambiando posizione, muovendosi.

Le manifestazioni cardiovascolari possono raggruppare insufficienza aortica, episodi di angina, pericardite ed anomalie della conduzione all’ECG. Raro l’interessamento polmonare. Occasionalmente l’evoluzione della malattia è così severa e progressiva da causare deformazione altamente invalidante. La prognosi è infausta per quei pazienti che presentano una irite refrattaria e per quei casi molto rari di amiloidosi secondaria (accumulo di proteine anomale – amiloidi – nei tessuti e negli organi; se questa malattia coinvolge il cuore e i reni può portare ad una insufficienza dell’organo colpito portando alla morte).