L’ipersensibilità di Hepar Sulphur

hepar sulfurisHepar Sulphur, abbreviazione di Hepar Sulphuris Calcarea, è il solfuro di calcio, il quale era stato già utilizzato empiricamente prima dal dr. Hahnemann come rimedio esterno per i pruriti, reumatismi, la gotta, il gozzo ed alcuni gonfiori gangliari detti “scrofolosi”. La modifica che vi apportò Hahnemann fu di praticare la calcinazione dello zolfo con la parte calcarea di una valva di ostrica anziché con il carbonato di calce chimicamente puro, e di utilizzarlo in seguito in triturazione, poi in diluizioni omeopatiche. Hepar significa ‘fegato’, ed è il nome dato un tempo ad alcuni solfuri a causa del loro colore rassomigliante a quello del fegato, quindi “fegato di zolfo”.

Il soggetto Hepar Sulphur è un ipersensibile sia nei confronti del suo stato fisico che quello mentale. La tipologia psichica è orientata verso soggetti ipersensibili, irritabili, collerici su uno sfondo di indolenza; impulsivi; frettolosi nel loro modo di agire; mangiano e parlano molto in fretta; rapidamente innervositi ed irritati dalle persone che li circondano e dai luoghi in cui vivono; depressione psichica, ansia alla sera, ossessionati dai ricordi tristi, tristezza che compare camminando all’aria aperta, pensieri suicidi, impulsi violenti ed improvvisi. Dal punto di vista fisico il soggetto è sensibile al minimo freddo, la minima corrente d’aria, la minima aria fredda, il semplice fatto di tirar fuori la mano dalle coperte e di avvertire il contatto con l’aria fredda lo porta a peggiorare. Una condizione particolare di questo rimedio: il minimo contatto lo fa reagire violentemente, la sua pelle si irrita e può mostrare un’orticaria al minimo contatto fisico.

E’ ipersensibile al rumore, agli odori, al freddo al contatto con i vestiti. E’ un soggetto che soffre il dolore in maniera più intensa rispetto ad un altro malato e può arrivare allo svenimento. In presenza di una suppurazione o un ascesso, il dolore è molto acuto ed il minimo contatto con la parte interessata lo spinge a gridare dal dolore per il quale soffre atrocemente. Quando si presenta un’infiammazione o una piccola piaga, il soggetto ha la sensazione che un piccolo oggetto appuntito gli si conficchi dentro, la sensazione di avere una spina, una scheggia di legno, una spina di pesce conficcata nella gola, nell’ano o in una piccola ulcera; tutto ciò è dovuto alla sua ipersensibilità.

Da tutto ciò comprendiamo che è un malato ipersensibile sia per quanto concerne il suo stato fisico che mentale. Questo rimedio è consigliabile ai soggetti irritabili o che lo diventano in occasione di una malattia o di una suppurazione. Persone abitualmente dolci ed affabili diventano cattive, irritabili ed attaccabrighe; avranno degli istinti violenti; impulsi violenti e desiderio di uccidere colui che si trova vicino. Questo soggetto, anche al di fuori di questi impulsi, diventa rissoso ed irritabile; tutti lo infastidiscono, non sopporta nessuno attorno a lui ed ogni persona nuova che gli si avvicina lo irrita.

Abbiamo aggravamento con l’aria fredda secca, il vento freddo, le correnti d’aria, in inverno, mangiando e bevendo alimenti freddi; forte aggravamento con il minimo contatto, specialmente nelle zone infiammate, coricato sulla zona malata. Miglioramento con il caldo, coprendosi, con il tempo umido e generalmente dopo mangiato. Desiderio di alimenti acidi, molto speziati, tipo aceto e vino; avversione per alimenti grassi.